Il primo film a regia di Paola Cortellesi è stato un vero successo: campione di incassi e film più visto nel 2023, secondo più visto nel 2024, nonché uno tra i film italiani con il maggior incasso mondiale di sempre. “C’è ancora domani” è stato apprezzato dal pubblico e dalla critica, ed ha alimentato notevolmente il dibattito sui temi della violenza di genere e del patriarcato. Eccone la trama completa.
Indice dei contenuti
La trama di “C’è ancora domani”
Paola Cortellesi diventa “tuttofare” per realizzare il film C’è ancora domani, una commedia storico-drammatica del 2023 prodotta e distribuita dalla Vision Distribution. L’attrice sperimenta infatti per la prima volta la regia e collabora anche alla sceneggiatura con Furio Andreotti e Giulia Calenda.
Dalla sua presentazione ufficiale, alla 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, il film ha rapidamente scalato le classifiche dei botteghini, diventando tra i più amati dal pubblico e dalla critica, cosa che è valsa a C’è ancora domani numerosissimi premi e riconoscimenti.
Ecco quindi la trama completa del film, a partire dall’ambientazione e dal contesto storico, cruciali per comprendere a pieno la delicatezza dei temi trattati dal capolavoro cinematografico e l’importanza del messaggio in esso contenuto.
Ambientazione e contesto storico
I fatti narrati in C’è ancora domani, riportano il pubblico indietro nel tempo, precisamente nel maggio del 1946. La seconda guerra mondiale è appena terminata, l’Italia è sconfitta ed il suo territorio e le città sono occupate dalle truppe alleate.
Per gli italiani, si prospetta però all’orizzonte un evento epocale. Il 2 e 3 giugno del 1946, verranno infatti tenute le prime elezioni a suffragio universale. Il diritto di voto, per la prima volta nella storia d’Italia, viene esteso a tutti i cittadini di almeno 21 anni di età. Non solo gli uomini potranno votare, ma anche le donne.
Gli elettori si recheranno alle urne con un duplice compito: eleggere un’Assemblea Costituente, con il compito di redigere una nuova Costituzione Italiana, e votare per il Referendum Istituzionale, indicando quindi la propria preferenza per la Monarchia o per la Repubblica.
In questo contesto di innovazione, si inserisce il film C’è ancora domani, la cui trama ripercorre dal punto di vista di Delia, moglie e madre di famiglia, questi avvenimenti cardine per la storia italiana e la grande conquista del diritto di voto per le donne.
C’è ancora domani, la trama completa
Roma, maggio 1946. La famiglia Santucci è composta da Delia, il suo violento marito Ivano, i loro tre figli, Marcella, Sergio e Franchino, e dal padre di lui, Ottorino. Quotidianamente Delia deve sopportare gli abusi ed i soprusi del marito, che incarna perfettamente lo spirito del padre e marito padrone.
Oltre alle violenze di Ivano, la donna deve fare i conti con la discriminazione e la spiccata differenza di genere vigente nell’ambiente lavorativo. Nella fabbrica di ombrelli in cui lavora, infatti, anche un semplice apprendista, con decisamente meno esperienza di lei, viene pagato di più, semplicemente perché uomo.
Con l’arrivo di una lettera misteriosa, però, la donna sembra trovare finalmente il coraggio di reagire e prendersi la tanto agognata rivincita. Il primo gesto da lei compiuto consiste nel sabotare le imminenti nozze della figlia. Marcella è infatti promessa ad un giovane benestante, in cui però Delia rivede suo marito agli inizi della relazione.
Preoccupata che la figlia possa subire ciò che ha subito lei, e non volendola condannare al suo stesso destino, decide di agire. Con l’aiuto di un militare americano, fa saltare in aria il bar di famiglia del fidanzato, riducendola così in miseria e ottenendo l’annullamento delle nozze.
Dopo questa prima piccola rivincita, Delia elabora un piano per ribellarsi veramente al marito. La data prescelta è il 2 giugno, quando, con il pretesto di effettuare delle iniezioni, uscirà da casa. Proprio quel giorno, però, il vecchio Ottorino muore, costringendo la donna a rimanere a casa e organizzare la veglia funebre.
La rivincita di Delia e la conclusione
Arrivata a questo punto, però, Delia non si perde d’animo e sa che “c’è ancora domani” per realizzare il suo piano. Così, in gran segreto, il 3 giugno si reca alle urne. Nella fretta di uscire di casa, però, non si accorge che la lettera misteriosa, contenente la sua scheda elettorale, è caduta.
Quando se ne rende conto, è ormai troppo tardi. In quel momento al seggio la raggiungono anche la figlia ed il marito, che hanno trovato la lettera con la tessera elettorale. I due hanno l’intento opposto: Ivano vuole costringere la moglie a tornare a casa con la forza, Marcella riesce a farle avere la tessera elettorale.
Il 3 giugno 1946, Delia, così come molte altre donne italiane, vota per la prima volta, ribellandosi dal marito ed ottenendo la sua rivincita personale. Davanti allo sguardo fiero e sicuro di lei, infatti, Ivano non può che andarsene. L’uomo è sconfitto davanti a ciò che il diritto di voto significa per Delia: autodeterminazione, ribellione ed affermazione di sé stessa.