Il documentario “Io sono: Celine Dion” cattura immediatamente l’attenzione con un titolo intrigante. Quei due punti in mezzo a una frase così semplice fanno tutta la differenza del mondo, suggerendo che Celine Dion è molto più di un semplice nome e cognome. È un’introduzione a una lista di aspetti che definiscono la sua identità complessa e multiforme.
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Io sono: Celine Dion: trama e dove vederlo
Finalmente disponibile in Italia, “Io sono: Celine Dion” è il documentario tanto atteso sulla vita della celebre diva canadese. Dal 25 giugno, è in streaming su Prime Video. Questo documentario di 102 minuti è diretto da Irene Taylor, nota per la candidatura agli Oscar 2009 per il documentario “The Final Inch”, che trattava gli sforzi globali per eradicare la polio.
Dal 2021, Irene Taylor e Celine Dion collaborano per creare una finestra unica sulla vita di una delle artiste più celebri e di successo nella storia della musica pop. “Io sono: Celine Dion” è un viaggio emozionante che rivela un momento cruciale nella vita di Celine Dion, incluso il suo impegno contro la Sindrome della Persona Rigida (Stiff Person Syndrome – SPS), una condizione debilitante che le ha reso difficile continuare a esibirsi.
Il documentario offre uno sguardo intimo nella vita privata di Celine Dion, svelando dettagli inediti come il suo immenso guardaroba di haute couture e le sessioni in studio di registrazione. Ma, soprattutto, mette in luce le difficoltà e il dolore che accompagnano la convivenza con una malattia così devastante.
Nonostante i suoi 250 milioni di dischi venduti, i Grammy e gli Oscar vinti e le hit internazionali, Celine Dion ha sentito il bisogno di condividere la sua storia. Nel 2021, la cantante ha annullato il suo attesissimo show a Las Vegas a causa di problemi di salute, rivelando successivamente che la causa era la SPS, la stessa che ha portato alla cancellazione del suo Courage World Tour.
Aprirsi al pubblico non è stato facile per Dion, nota per la sua riservatezza. Tuttavia, ha riconosciuto l’importanza di documentare questa fase della sua vita per aumentare la consapevolezza sulla SPS e aiutare chi, come lei, ne soffre. «Questi ultimi due anni sono stati una sfida per me», ha confessato. «Mentre continuo a percorrere la strada per riprendere la mia carriera, ho capito quanto mi è mancato il rapporto con i miei fan. Documentare questa parte della mia vita è diventato un modo per me di sensibilizzare su questa condizione poco conosciuta».
La voce di Celine Dion
Il documentario è interamente narrato dalla voce di Celine Dion, un elemento che Irene Taylor ha voluto mantenere centrale. «La vita di Celine è ricca di storie, ma io sapevo ben poco di quella storia», ha spiegato la regista. «Ho deciso che la voce di Celine sarebbe stata l’unica a parlare di lei nel film».
Originariamente, il progetto prevedeva una combinazione dinamica di vérité con Dion e la sua famiglia, a casa, a Las Vegas e in tour. Tuttavia, la malattia ha cambiato il corso del documentario, concentrandosi invece sulla convivenza di Dion con la SPS. Vengono mostrati i suoi primi tentativi di tornare in studio, le gioie e le delusioni che ha affrontato.
“Io sono: Celine Dion” si trasforma in un racconto sulla rivelazione inimmaginabile di una superstar mondiale, mostrando come la sua vita apparentemente idilliaca fosse tutt’altro che perfetta. Irene Taylor riflette sul tempo trascorso con Dion, trovando nella sua storia una fonte di ispirazione. «Ho sempre un piano B», dice Celine nel film. «Mi vedo ancora ballare e cantare. Se non posso correre, camminerò. Se non posso camminare, striscerò. Ma non mi fermerò. Non mi fermerò».
Questa determinazione incrollabile è il cuore pulsante del documentario, che non solo celebra la carriera straordinaria di Celine Dion, ma anche la sua forza e il suo coraggio nell’affrontare le avversità.