I più attenti di voi si saranno sicuramente accorti della presenza di un ospite speciale nel sequel del film Mamma ho perso l’aereo. Donald Trump, difatti, ha fatto una rapida apparizione nel celebre film. Ecco i motivi della sua Cameo e tutte le indiscrezioni a riguardo.
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La cameo di Trump in Mamma ho perso l’aereo
Mamma ho perso l’aereo è un film natalizio del 1990 tra i più amati dal pubblico, tanto che ne è stato realizzato anche un sequel dal titolo Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrivo a New York.
In questo secondo capitolo della serie, il protagonista Kevin segue un uomo somigliante al padre su un aereo diretto a New York, mentre il resto della sua famiglia vola in Florida. Arrivato nella grande mela, il bambino prende una camera al Plaza Hotel, pagandola con la carta di credito del padre.
A New York Kevin vive parecchie vicissitudini ed incontra diversi personaggi, tra cui Harry e Marv, i due ladri protagonisti del primo film, che cercano di vendicarsi con il giovane per averli fatti arrestare. Oltre a loro, Kevin ha un breve scambio di parole anche con l’unico e solo Donald Trump.
Ecco la scena in cui Kevin si imbatte in un più giovane Trump, che ai tempi delle riprese aveva 45 anni, e nel film interpreta sé stesso. L’incontro avviene nei corridoi del maestoso Plaza Hotel, dove il bambino gli domanda le indicazioni per la portineria.
Tutte le indiscrezioni sui motivi
Non è un segreto che Donald Trump abbia un debole per le cameo, viste tutte le sue apparizioni in film o serie tv durante gli anni. Ma a cosa è dovuta questa breve comparsa di Trump in Mamma ho perso l’aereo? Le versioni principali sono due, quella sostenuta dalla produzione e quella sostenuta da Trump.
Il 45° e 47° Presidente eletto degli Stati Uniti d’America afferma di essere stato implorato dalla regia per prendere parte alle riprese. Sostiene infatti che avevano affittato il Plaza Hotel, a quel tempo di sua proprietà, chiedendogli di apparire brevemente, ma che lui fosse troppo impegnato e non volesse farlo.
Secondo il tycoon, la regia si è dimostrata piuttosto insistente, al punto da fargli cambiare idea ed accettare la cameo nel film. Il regista Chris Columbus, però, sembra raccontare tutt’altra versione.
Intervistato da Business Insider, il regista di Mamma ho perso l’aereo e di alcuni film di Harry Potter, ha detto la sua. Avrebbe infatti rivelato che Trump è stato molto aggressivo e che a tutti i costi voleva apparire nel sequel. Columbus spiega inoltre che la produzione non ha avuto alternative se non quella di accettare la sua richiesta, altrimenti sarebbe stato loro impedito di registrare all’interno del Plaza.
In merito a queste accuse, Donald Trump non ha esitato a difendersi sui social. Negando ovviamente ogni forma di forzatura da parte sua nei confronti della regia. Ecco le sue parole a riguardo:
Quella cameo ha contribuito a rendere il film un successo, ma se loro si sono sentiti costretti, o non mi volevano, perché mi hanno inserito, e tenuto lì, per oltre 30 anni? Perché ero, e sono ancora, ottimo per il film, ecco perché!
La polemica internazionale per Mamma ho perso l’aereo
Le controversie legate alla cameo di Trump in Mamma ho perso l’aereo non sono ancora finite. Nel dicembre 2019, infatti, alcuni spettatori canadesi si sono accorti che l’apparizione di Trump era stata rimossa dal film.
Non hanno tardato ad arrivare polemiche sia dai supporters di Trump sia dal tycoon stesso, che ha accusato la tv canadese CBC di censura con motivazione politica. Anche il figlio, Donald Trump Junior, si è scagliato contro la CBC, in un post pubblicato su Twitter ha infatti commentato la situazione “Patetica”.
‘Pathetic’: Canada’s CBC under fire when Trump’s cameo in ‘Home Alone 2’ disappears from Christmas broadcast https://t.co/zJUij9qrLe
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) December 26, 2019
Il portavoce della CBC, Chuck Thompson, ha subito rassicurato i supporter ed il Presidente, negando l’esistenza di motivazioni politiche dietro al taglio della scena. Spiega infatti Thompson che dei 120 minuti totali del film, 8 sono stati tagliati per esigenze pubblicitarie.
Il portavoce canadese sottolinea inoltre che i tagli in questione sono avvenuti nel 2014, ben prima che Trump decidesse di candidarsi alla Presidenza. Con questa dichiarazione Chuck Thompson annulla ogni possibile accusa di censura politica e pone fine alla polemica internazionale creata da Donald Trump ed alimentata dai suoi sostenitori.