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Woman of the Hour: storia vera e spiegazione finale del thriller di Anna Kendrick su Netflix

Woman of the Hour, il thriller di Anna Kendrick su Netflix, racconta la storia vera di Rodney Alcala, serial killer e concorrente di The Dating Game.

Siamo nel 1978, negli iconici studi colorati di The Dating Game (conosciuto in Italia come Il Gioco delle Coppie), uno show televisivo in cui un concorrente sceglieva un potenziale partner tra tre pretendenti nascosti alla vista. Cheryl (interpretata da Anna Kendrick) è un’aspirante attrice, reduce da numerosi provini falliti e desiderosa di farsi notare. La scelta finale ricadrà sullo scapolo Rod (Daniel Zovatto), ignara che dietro il fascino di quell’uomo si nasconde un pericoloso squilibrato con un passato di violenza.

Woman of the Hour: storia vera

Il film Woman of the Hour è ispirato alla vera storia del serial killer Rodney Alcala, un uomo sospettato di aver ucciso decine, forse centinaia, di donne. Kendrick, al suo debutto alla regia, porta su schermo una versione romanzata della vicenda, che ci catapulta nella vita della giovane Cheryl e della sua inconsapevole interazione con un uomo pericoloso.

Il thriller è disponibile su Netflix dal 18 ottobre e ripercorre i momenti più inquietanti della storia di Alcala, da tempo noto come “il serial killer di The Dating Game”. Ma cosa accadde nella vita reale ai protagonisti di questo dramma? Che fine hanno fatto Rodney Alcala, la disillusa Cheryl, e l’adolescente Amy (interpretata da Autumn Best)?

Spiegazione finale film

Woman of the Hour si chiude con una scena intensa, in cui Amy, giovane vittima sopravvissuta agli abusi di Alcala, riesce finalmente a scappare. Approfittando di una sosta in una stazione di servizio, fugge nel deserto e trova rifugio in un diner, dove assiste all’arresto di Alcala. Lo schermo diventa nero poco dopo un suo sospiro di sollievo, lasciandoci con l’amaro in bocca: le autorità hanno preso il killer, ma il trauma di Amy e delle altre vittime resta indelebile. Il film svela, nei titoli di coda, il destino di Alcala, rendendo ancora più drammatica la storia.

L’arresto di Alcala e le conseguenze nella vita reale

Nonostante l’arresto iniziale, Rodney Alcala non restò in custodia a lungo. Liberato su cauzione, riprese a uccidere, togliendo la vita a una giovane di 21 anni e a una bambina di soli 12 anni. Solo nel 1979 la polizia iniziò a collegare i numerosi crimini ad Alcala, anche se diverse vittime sopravvissute avevano cercato di denunciarlo già anni prima. Alla fine, fu condannato per sette omicidi, sebbene si sospetti che abbia ucciso molte più persone, con alcune stime che arrivano fino a 130 vittime.

Dopo aver scontato 31 anni di prigione, Rodney Alcala ebbe un’ultima possibilità di assoluzione, ma una sopravvissuta tornò a testimoniare, “piantando il chiodo nella bara” dell’assassino, come dichiarato dal pubblico ministero. Alcala morì in carcere il 24 luglio 2021, all’età di 77 anni.

Amy: tra realtà e finzione

Nel film, Alcala avvicina Amy a San Gabriel, in California. La ragazza, stanca e affamata, sembra aver lasciato casa, e l’approccio gentile dell’uomo, che le propone un servizio fotografico, la convince a fidarsi. Tuttavia, il giorno si trasforma presto in un incubo: Amy si risveglia nel deserto, legata e insanguinata. Con una calma sconcertante, parla a Rodney, chiedendogli di mantenere segreto quanto accaduto tra loro, spiegando che teme il giudizio altrui. Questa dinamica, raccontata nel film, è fedele alla storia reale, come confermano i titoli di coda. La richiesta di segretezza fece sentire Alcala al sicuro, portandolo a liberare Amy e a riportarla in città. È il 14 febbraio 1979: una giovane riesce a scampare per un pelo dalla furia omicida del killer.

Amy è un personaggio di finzione, ma rappresenta diverse giovani che riuscirono a sopravvivere agli attacchi di Rodney Alcala. La vera identità della ragazza non è nota, ma esistono altre sopravvissute, come Tali Shapiro e Morgan Rowan, che scamparono agli attacchi di Alcala circa un decennio prima della sua partecipazione a The Dating Game. Tali Shapiro testimoniò contro Alcala nel 2010, spingendo Morgan Rowan a contattarla, rammaricandosi per non aver denunciato il killer prima.

La vera Cheryl Bradshaw e l’incontro con Rodney

Nel film, Cheryl sfugge al pericolo rifiutando di andare con Rod a Carmel, destinazione premio del programma televisivo. Ellen Metzger, che nel 1978 era coordinatrice dei concorrenti di The Dating Game, ricordò nel 2021 cosa le disse Cheryl, spaventata e desiderosa di evitare l’incontro con Alcala dopo la trasmissione.

La vera Cheryl, come il personaggio interpretato da Kendrick, abbandonò le aspirazioni artistiche per trasferirsi fuori dalla California e costruirsi una famiglia. In un’intervista rilasciata a Today, Anna Kendrick ha condiviso che Cheryl è recentemente scomparsa, aggiungendo che avrebbe voluto parlarle di più.

Perché Woman of the Hour è un film da vedere

Woman of the Hour si distingue per la capacità di raccontare una storia agghiacciante in modo diretto ma rispettoso. Anna Kendrick riesce a combinare la suspense e l’orrore di un thriller psicologico con la sensibilità e il rispetto che una storia vera così terribile richiede. La sua interpretazione nei panni di Cheryl offre uno sguardo profondo e commovente su una donna giovane, sfortunata e inconsapevolmente vicina a un pericoloso criminale.

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